Interessante la mostra-installazione ambientale ECO che si è svolta a Roma il mese scorso e che, nonostante sia incentrata sui multipli significati del prefisso eco, parla chiaro, mostrando un’alternativa alla realtà consumistica e bulimica, secondo un punto di vista sostenibile: quello del riciclo e del riuso.
Eco è un intervento collettivo delle artiste Michal Blumenfeld, Rosalba Bozzato e Rakele Tombini, curata da Susanna Horvatovicova. Si tratta di un’installazione ambientale che riflette e allude ai doppi sensi di eco, il prefisso destinato ad una stratificazione di significati polisemantici derivata dall’accostamento a diversi concetti chiave legati all’ambiente e alla società contemporanea.
L’installazione ambientale di Blumenfeld, Bozzato e Tombini risponde alla “tendenza contemporanea all’abuso di termini compositi come eco-logia, eco-sostenibilità, eco-sistema, eco-ambiente, eco-sviluppo, etc., spesso recepiti come echi confusi e lontani di problematiche mai risolte che incalzano e condizionano il progresso-regresso del nostro vivere quotidiano”.
L’intervento collettivo delle tre artiste si concentra sull’ecosostenibilità intesa come scambio di valore tra oggetto riusato ed oggetto riciclato. La sensibilità immateriale del riciclo, l’eco dell’eco, e’ data qui dalla “voce” dell’acqua: gocce d’acqua si muovono attorno ad un cerchio rappresentato da bicchieri di plastica usati e da un secchio, mentre un muro di oggetti riciclati diventa un’installazione autoreferenziale che esprime l’identità dell’oggetto attraverso la sua funzione nella seconda vita.
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